– di fr. Francesco Scaramuzzi –
E’ forse la preghiera più bella di tutto il Vangelo. L’atto di affidamento più totale, dove il ladrone appeso alla croce non ha il coraggio di chiedere pietà per se stesso, gli basta solo un ricordo da parte di Gesù. Se facessimo nostra questa frase, ripetendola spesso, ci renderebbe più capaci di desiderare l’essenziale.
Non siamo più gli schiavi di qualche dominazione, non siamo più in guerra tra popoli eppure siamo ancora alla ricerca della nostra salvezza. Allontaniamo lo spauracchio della morte e pensiamo solo al nostro ideale di vita: una salute migliore, un conto in banca, qualcuno che ci ami e si prenda cura di noi.
E a noi che resta da fare?
Se pensiamo a ciò che è accaduto nella passione, crocifissione e morte di Cristo ci rendiamo conto di quanto la nostra memoria sia portata a dimenticare facilmente il bene ricevuto, l’affetto e l’amicizia. Persino quello che ogni giorno ci viene da Gesù.
Quante persone nella storia hanno preso il posto dei personaggi ai piedi della croce. Non era passato molto tempo dai portentosi miracoli da Lui operati, dalle parole e promesse fatte, ma già non lo ricordavano più, trapassato di dolore sul legno, disprezzato persino dalle bestemmie di un cattivo ladrone. Ciechi e lontani dalla loro innocenza primaria, avevano perso la capacità di discernere la realtà che esiste al di sopra dell’apparente sconfitta che lo aveva colpito.
Ancora oggi questi personaggi sono tra noi e a volte purtroppo anche dentro di noi e ci spingono a risolvere le cose con il potere e l’autorità, con la forza e con l’imbroglio. E sconcerta vedere ogni volta quel continuo sgomitarsi, senza scrupoli, per essere “uno che conta”.
Ebbene, chi più di Gesù avrebbe potuto fare qualunque cosa in maniera strepitosa e grande perché è Dio ma non lo ha fatto. Si è lasciato uccidere. Persino quando compie qualche miracolo cerca di renderlo un evento privato, senza suscitare clamori. Anche la Resurrezione, evidente segno della sua Divinità, non viene compiuta pubblicamente. Avrebbe potuto apparire risorto nel Sinedrio e mettere a tacere per sempre coloro che lo avevano condannato, invece si presenta soltanto ai suoi Apostoli chiedendo che siano loro a dare testimonianza della sua resurrezione dai morti.
Questo per dire che l’adesione alla fede deve essere libera e non condizionata dai fatti. Se noi vedessimo Cristo, se Egli apparisse in mezzo a noi, certamente la nostra fiducia in Dio si rafforzerebbe, ma sarebbe una fede basata sull’evidenza, non un atto di umiltà e di amore incondizionato, come ci chiede il Signore. “Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date!” Chi sa da dove viene la vita, chi ne sa gustare l’offerta e il dono vive semplicemente di gratitudine e fa di ogni istante una vocazione che si offre.
«Confortati di tessere con le stesse tue mani il serto per il paradiso – scrive Padre Pio esortando le sue figlie spirituali – Non temere: dopo essere confitta con Gesù vedrai la luce indefettibile e dal Calvario passerai all’eterno Tabor… perché agitarti tanto? Perché smani? E via, mai ho visto regalarti tanti gioielli da Gesù… sia sempre benedetta la sua carità, che sa mescolare il dolce con l’amaro e convertire in premio eterno le pene transitorie della vita» (Ep. III, 779, 322, 442, 413).
In fondo la nostra crescita è questa: all’inizio diamo poco spazio al Signore, ma man mano che andiamo avanti, di risurrezione in risurrezione, (come dice San Paolo: “di gloria in gloria”), lo spazio di Gesù dentro di noi aumenta.
«Abbiate il coraggio della verità – diceva Papa Giovanni Paolo II – non fermatevi ad una vita di bassa lega, schiacciata solo sulle preoccupazioni e sulla ricerca del piacere e delle sue soddisfazioni».
È necessario spalancare le porte a Cristo così “la sera quando i giochi saranno fatti e Lui ci dirà rien ne va plus” vincerà solo chi ha puntato sull’amore. Perché è solo nell’amore che si può sperimentare il mistero della morte e da subito gustare la resurrezione, il paradiso, la gioia.
E seguendo i passi della conversione finale del buon ladrone, potremo sperare fiduciosi di sentire un giorno la voce di Cristo Re che si rivolge anche a noi con una risposta pronta e sorprendente: «In verità ti dico, oggi sarai con me nel paradiso». (Lc 23,43).