Marianna Morante – La festa di Maria SS. della Libera, patrona di Pietrelcina – Costituisce uno dei momenti più espressivi della identità culturale e religiosa di questa città che nei vari periodi della sua storia si è sempre caratterizzata per le sue tradizioni religiose e per l’attiva partecipazione alla vita della Chiesa.
Padre Pio è stato il devoto più fervente della Madonna della Libera, che chiamava affettuosamente “la Madonnella nostra”. Le cure della Mamma celeste verso questo figlio cominciarono nella sua infanzia e terminarono con il suo ingresso nel Cielo, confermando con i miracoli la sua vita di santità. Egli è cresciuto nella devozione alla “Mammina carissima” tramandatagli dai genitori e soprattutto dalla nonna, che aveva assistito, il 3 dicembre del 1854, al prodigioso miracolo, per intercessione di Maria SS. della Libera, della cessazione repentina del terribile morbo del colera, che aveva ucciso fino ad allora numerosi pietrelcinesi.
Una città, dunque, salvata e salvaguardata nei secoli dalla presenza di grazia della Madre di Gesù.
Oggi non è facile gestire una città per una serie di difficoltà di natura culturale, sociale, economica che sembrano indurre ad un senso di sgomento chi è chiamato a prestare il proprio servizio alla comunità dei cittadini. La città è tuttavia un patrimonio importante per ogni uomo e donna perché serve a dare loro una identità civile. Nella città il cittadino è chiamato a educarsi alla legalità, all’accoglienza, alla partecipazione, alla solidarietà, in una parola a una cittadinanza attiva e responsabile, per costruire una comunità degli onesti e degli uguali.
Ogni autentica civiltà implica, però, un intreccio creativo di dimensioni materiali e spirituali che consentano ai singoli ed al popolo di realizzare il bene comune. Non basta produrre maggior benessere economico a vantaggio di tutti, è necessario che ognuno trovi un senso positivo alla propria vita, un tessuto comune di valori, nella stretta interconnessione tra gli affetti, il lavoro e il riposo, che sono le manifestazioni essenziali dell’universale esperienza umana.
La festa della Patrona di Pietrelcina prolunga ed espande la gioia messianica della salvezza.
La prima caratteristica che ci viene insegnato dall’agire di Maria è l’attenzione. La Madre del Messia non ha aspettato richieste di soccorso, non ha avuto bisogno di parole: il suo sguardo, nutrito d’amore, ha capito il da farsi al di là di ogni comunicazione verbale.
All’attenzione si unisce in Maria la concretezza: ella non indulge a sogni di bene, ma obbedisce con sollecitudine e premura all’urgenza, senza alibi o fughe.
L’agire di Maria, poi, è pervaso di gioia: ella non vive i suoi atti come il compimento di un dovere o in ottemperanza ad un obbligo impostole dalle circostanze. In lei tutto è gratuità, bene diffusivo di sé, generosità vissuta senza calcolo o forzature.
Maria è l’immagine della Chiesa, che sostenuta dai sacramenti e con la luce e la forza dello Spirito è chiamata a visitare e a servire l’umanità.
Ognuno di noi deve sentire la Madonna vicina alla propria esperienza quotidiana e deve scoprire con lei cosa significhi credere, sperare, amare, soffrire in unione con Cristo. Solo se si hanno certezze morali solide e una vita ispirata dalla fede si può contrastare il relativismo etico.
Questa condotta cristiana ci è testimoniata dalla Madonna che è stata fervente nello Spirito, lieta nella speranza, forte nella tribolazione, perseverante nella preghiera, madre sollecita e premurosa per le necessità dei suoi figli.
Padre Pio si affidava completamente alla Madonna e ci ha insegnato a invocarla in ogni circostanza. Lui stesso pregava incessante il Santo Rosario.
Anche noi vogliamo pregare la Madonna perché interceda presso suo figlio Gesù, affinchè ci liberi dalla mancanza di senso, dalla tristezza e dalla noia, dalla spirale dell’odio e della violenza, dalle ingiustizie e dai soprusi, dalla illegalità e dall’incertezza per il futuro, dalla ricerca smodata del potere, dalla insaziabile sete di denaro, dalla schiavitù del piacere e delle varie droghe che propina la nostra società consumistica.
In alto, alcuni momenti della cerimonia di insediamento del nuovo Parroco nella Parrocchia di Pietrelcina