di Marianna Morante – Il 4 ottobre si festeggia San Francesco Patrono d’Italia, uno dei santi più amati al mondo, che si spogliò di tutto per sposare «Madonna povertà» e vivere a imitazione di Cristo. L’appuntamento a Pietrelcina è stato di quelli solenni soprattutto per la presenza dei Frati Cappuccini che da oltre 70 anni risiedono nel paese di Padre Pio. Una presenza voluta fortemente dal loro santo confratello che, grazie all’aiuto della benefattrice americana Mary Pyle, riuscì a far costruire il Convento e l’annessa chiesa dedicandola alla “Sacra Famiglia”. La novena e il suggestivo Beato transito hanno preceduto la festa liturgica iniziata la mattina con gli alunni dell’Istituto Scolastico di Pietrelcina che hanno partecipato alla Santa Messa presieduta da fr. Rocco Tummolo. Nel pomeriggio c’è stata la solenne Eucaristia celebrata dal guardiano, fr. Fortunato Grottola e animata dai giovani dell’Azione Cattolica e al termine l’omaggio della corona di alloro da parte del sindaco Masone, a nome di tutta la cittadinanza, alla statua di San Francesco eretta davanti il sagrato del Convento. A seguire la processione per le vie cittadine, con la Banda Musicale “Città di Pietrelcina” e lo spettacolo di fuochi pirotecnici, e al rientro la benedizione finale e il bacio della reliquia di San Francesco. Ha coronato la giornata un gesto simbolo: la distribuzione dei mostaccioli, in ricordo di un episodio risalente al 1219 quando il poverello di Assisi si recò a Roma per predicare. Fu proprio durante quel suo primo soggiorno romano che Francesco assaggiò quello che sarebbe diventato il suo perenne “peccato di gola”: certi biscotti “boni e profumosi”, diceva il santo, che Jacopa de’ Settesoli gli offrì un giorno a casa sua. Tipici del periodo della vendemmia, erano fatti con la pasta di pane, semi di anice, zucchero, mandorle e mosto d’uva e detti forse per quest’ultimo ingrediente “mostaccioli”.
San Francesco: da secoli il suo carisma continua ad affascinare il mondo
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