Scorrendo le pagine dell’Epistolario si scopre la passione di Padre Pio per l’umanità e per Dio: ”Sono divorato dall’amore di Dio e dall’amore del prossimo”. Egli si sente chiamato ricondurre a Dio i fratelli, sempre ricordati nella sua preghiera silenziosa.
La fede nell’amore di Dio lo spinge a mettere a repentaglio la sua vita per il riscatto del prossimo “O perdona a questo popolo o cancellami dal libro della vita”. Forte è pure il suo impegno di intercessore per le persone afflitte sia nel corpo, sia nell’anima. Forte per lui era l’amicizia considerata “santa” nel Signore, al quale non mancava mai di far giungere la sua formulazione di gratitudine. Il sentimento che chiedeva di condividere con i suoi figli spirituali, dunque, doveva avere i caratteri spirituali (oltre che temporali) perché tutto viene da Dio e tutto vi deve ritornare. L’esperienza dell’amicizia era vissuta come impegno reciproco di preghiera “ai piedi dell’altare” .
Le prime prove della grazia santificatrice, comparse a Pietrelcina, segnavano la strada per “scalare il Calvario” con la guida di un maestro che era lo stesso Gesù. Il Buon Maestro che non ha permesso ad altri di svolgere il suo compito. La vita di partecipazione al dolore di Gesù, il quale lo scelse come vittima di amore e di dolore, è la testimonianza della missione di Padre Pio e della sua vocazione a corredimere l’umanità peccatrice.
Padre Pio sapeva d’essere stato scelto da Dio come collaboratore dell’opera redentrice di Cristo, anche se in più lettere confessa la sua indegnità, e che questa collaborazione non si sarebbe realizzata che attraverso la croce. La croce illuminò i passi della sua via dolorosa e la sorgente inesauribile della fortezza, generosità, fedeltà e perseveranza richieste dalla sua vocazione. Egli era persuaso che tutta la sua vita, come quella del Maestro, sarebbe stata un martirio.
Il dono di fenomeni mistici sconvolsero la vita del cappuccino ed ebbero profondi effetti, da un lato, sul suo rapporto con i confratelli, che cercavano in ogni modo di difenderlo da occhi infamanti e indiscreti; e sul suo dialogo con i padri spirituali, che cercavano di aiutarlo a capire e sopportare le pene provocate dalle ferite; dall’altro sul popolo di Dio che lo adorava, forse senza capire il profondo significato delle stimmate; infine sul suo rapporto con Dio, le cui manifestazioni non riusciva a interpretare con le sole forze del suo essere uomo.