Un unico desiderio terreno rimaneva al giovane frate: essere ordinato sacerdote.
Il suo stato di salute consentì la richiesta della speciale dispensa per ricevere l’ordinazione anticipata. Fra Pio iniziò la preparazione al sacerdozio, completando la sua formazione teologica con il servizio alla chiesa, i colloqui e la direzione spirituale.
L`arciprete Pannullo lo iniziò nelle cerimonie della Santa Messa e prese gli accordi con la curia per stabilire il giorno degli esami.
Dopo giorni di trepidante attesa, il 30 luglio 1910, Fra Pio si recò a Benevento, per sostenere gli esami. Subito dopo partì per Morcone per gli esercizi spirituali.
La mattina del 10 agosto Fra Pio nel Duomo di Benevento divenne sacerdote. Egli partì verso le ore 6 con lo sciaraballo (calessino), tirato da un cavallo, unitamente all`arciprete Pannullo. Ricevette l`ordinazione da monsignor Paolo Schinosi, arcivescovo titolare di Marcianopoli, nella cappella dei canonici del duomo di Benevento. Suo padre era ancora in America, mentre, in un angolo del Duomo, insieme all’arciprete don Salvatore Pannullo, mamma Peppa piangeva di commozione, stringendo tra le mani l’immaginetta ricordo sulla quale il figlio aveva scritto:
Gesù/ mio sospiro e vita/ oggi che trepidante/ Ti elevo/ in un mistero di amore/ con Te io sia pel mondo/ Via Verità Vita/ e per Te sacerdote santo/ vittima perfetta.
L`ordinazione sacerdotale di fra Pio si celebrò senza alcuna solennità, ma “la troppa commozione” dello spirito del novello unto di Dio, che in questo giorno gustava “il paradiso” si contrapponeva alla pochezza di mezzi materiali. Pietrelcina aspettava il suo novello sacerdote con il concerto musicale, improvvisato dono della zia Peppa; i suoi compaesani lo accolsero alle porte del paese e lo accompagnarono a casa sua, gettando sul festeggiato, secondo l`usanza, soldi e pezzi di “raffaioli”, il dolce tipico di Pietrelcina, in segno di gioia, mentre Padre Pio incedeva col capo chino e il volto rosso, per umiltà e gioia interiore.
Padre Pio celebrò la Messa Solenne la domenica del 14 agosto 1910, nell`attuale chiesa parrocchiale; per l’occasione padre Agostino da San Marco in Lamis tenne uno splendido discorso, che elogiava la missione del sacerdote (pulpito, altare, confessionale), e al festeggiato, augurò di essere “un grande confessore”.