– di fr. Francesco Scaramuzzi –
Per noi cristiani ogni domenica è il giorno della Resurrezione, in cui, per la forza dello Spirito Santo, passiamo dalla morte alla vita, dal peccato al perdono, dall’amore per noi stessi all’amore per gli altri, dall’aridità del cuore alla generosità dell’animo. È un ‘passaggio’ che prevede un atto di fede. Ma come è difficile credere! Eppure tutti i giorni noi compiamo piccoli gesti che sono l’espressione di una fiducia riposta in altri. Ogni volta, per esempio, che prendiamo un treno o un aereo mostriamo di avere fiducia nel conducente o nel pilota, non andiamo a chiedere di mostrarci la loro patente.
E nemmeno tentiamo di capire come funzionano le cose per fidarcene. Probabilmente non sappiamo molto di elettricità, ma utilizziamo di continuo ogni tipo di elettrodomestico avendo fiducia nelle competenze di chi li ha costruiti. E se dovessimo subire un intervento chirurgico affidiamo persino tutto il nostro corpo a un’equipe di medici senza star lì a richiedere i curriculum di tutto il personale ospedaliero. Insomma noi abbiamo fiducia negli altri in ogni momento e ci aspettiamo di ricevere aiuto da persone, che nella maggior parte dei casi non conosciamo. La vita sarebbe impossibile senza questa fiducia.
Invece quando parliamo di fede in Dio vogliamo sempre prove scientificamente dimostrabili della sua esistenza, sebbene tutto intorno a noi sia segno della sua presenza operante. Non possiamo vedere il vento, l’elettricità, l’aria, le onde radio eppure sappiamo che ci sono. Perché allora stiamo ancora a domandarci se Dio esiste?
Dio esiste, ci prende per mano e ci eleva. Ci porta alla luce vera, basta solo imparare a guardarlo con gli occhi della fede. Allora non ci sarà più il bisogno di capire, di cercare una risposta razionale ai nostri innumerevoli perché. Sarà piuttosto un affidarsi a Lui, mettere tutto nelle sue mani, credere in Lui.
Gesù ce lo dice nella maniera più semplice che può: basta amare. Perchè l’amore è la radice di tutto. Chi ama commette errori, ma non fa cattiverie. Chi ama vuole vedere felici gli altri, non li invidia. Chi ama conosce la compassione, non è indifferente. Chi ama prende in considerazione il prossimo, non è egoista. Ecco dunque il punto di partenza: l’amore. Se capiamo l’importanza dell’amore e facciamo le nostre scelte in base ad esso, abbiamo già la strada aperta. Ma occorre precisare che non sempre l’amore è sufficiente. È importante che ciò che si prova a livello emotivo sia anche giusto. Non possiamo basare le nostre convinzioni unicamente sui sentimenti, perchè sono instabili e mutabili. E’ facile smentire un sentimento. Quello che non è facile è smentire una verità. E Dio è Verità.
Ma l’interpretazione della verità da parte dell’intelletto umano è sempre necessariamente qualche cosa di storico, di perfettibile e di fallibile, e questo accade soprattutto per le verità fondamentali relative a Dio e all’anima. Così, per rendere più agevole e più sicuro l’acquisto di tali verità, Dio soccorre la ragione umana con la luce della sua Rivelazione, facendosi lui stesso “via, verità e vita” in Gesù Cristo.
Di fronte ad una cultura che ha smarrito la via per raggiungere la verità e per recuperare dignità alla persona umana ed al creato, Cristo ogni volta si propone a noi come cammino certo, che ben può indicarci il percorso per conseguire ciò che è essenziale alla vita umana.
Ma perché questo avvenga, occorre che l’annuncio cristiano torni ad essere un’autentica risposta alla domanda di senso. Un cristianesimo senza croce, senza la centralità della vita di grazia, senza condanna del peccato e quindi tutto proteso a ridursi ad etica sociale e del “politicamente corretto” si rende anch’esso colpevole di alimentare l’illusione negli uomini, per poi pagare le conseguenze di ritrovarsi schiacciati dal mondo, schiavi della menzogna del potere. Gesù è venuto non per eliminare la sofferenza, ma per soffrire con noi. Non ha distrutto la croce, ma vi si è steso sopra. Tuttavia non c’è sconfitta da cui non può venir fuori una nuova vittoria. La sua risposta al male e alla sofferenza, uscendo da ogni logica umana, è stata l’essere presente: “Non avere paura, io sono con te tutti i giorni” (cfr. Mt 28,20).
Possiamo scendere agli inferi del nostro peccato, della nostra sofferenza, della nostra morte, troveremo sempre Cristo che ci precede e ci aspetta per uscirne con noi. Perché Dio non viene fino a noi per abbandonarci nell’abisso ma per salvarci. Con Lui è sempre la vita che ci raggiunge.