di Marianna Morante – Nel ricordo del 107° anniversario delle prime stimmate di Padre Pio si è svolta nella contrada di Piana Romana una solenne Eucaristia presieduta dal guardiano, fr. Fortunato Grottola, con fr. Giuseppe D’Onofrio, parroco di Pietrelcina e fr. Guglielmo Alimonti, coordinatore dei Gruppi di Preghiera dell’Abruzzo-Molise. Presenti diversi confratelli, le autorità civili e militari locali e il Sindaco di Pietrelcina, Domenico Masone, eccezionalmente accompagnato dalla consorte Antonietta che insieme a numerosi coniugi convenuti hanno rinnovato le promesse matrimoniali all’interno della santa Messa. Al sacerdote Padre Pio, immagine vivente di Cristo Sposo, sono state affidate le coppie di sposi provenienti dai più disparati paesi che hanno gremito l’Aula liturgica. Non a caso si è scelta questa data significativa nella vita del sacerdote santo. È importante considerare la sorgente comune dei due sacramenti (CCC 1535). Entrambi sono al servizio della edificazione della Chiesa. Nell’amore coniugale si realizza la partecipazione della famiglia cristiana alla missione profetica di Gesù vissuta nella sua straordinaria ricchezza di valori ed esigenze di unicità, fedeltà e fecondità. Nel sacerdote, capo, pastore e sposo della Chiesa, si realizza la capacità di amare il prossimo con cuore nuovo, grande e puro, con autentico distacco da sé, con dedizione piena, continua e fedele, con una tenerezza che si riveste persino delle sfumature dell’affetto materno, capace di farsi carico dei «dolori del parto» finché «Cristo non sia formato» nei fedeli (cfr. Gal 4, 19). Padre Pio ha vissuto con osservanza profonda i consigli evangelici, ha caricato su di sé le difficoltà altrui come un autentico Cireneo ed è stato al tempo stesso un crocifisso senza la croce.
Le prime impronte del prodigio divino apparvero, sotto l’olmo di Piana Romana, il 7 settembre del 1910. Il giovane frate, confortato da don Salvatore Pannullo, pregò affinché Dio gli togliesse i segni esteriori di tali ferite. Le stimmate scomparvero, lasciando lo struggente dolore che Padre Pio descrive nella lettera del 21 marzo 1912 destinata a padre Agostino: “è una tragedia dolorosa per me. Il cuore, le mani ed i piedi sembrami che siano trapassati da una spada; tanto è il dolore che sento” (Epist. I, 266).
Al termine della Santa Messa, l’assemblea riunitasi in processione si è spostata verso la cappellina che custodisce l’olmo, testimone dello straordinario fenomeno mistico, per l’esposizione e la benedizione finale con il Santissimo Sacramento.
Alcune immagini fotografiche dell’evento