Tra il 1910 e il 1912, quando l`estrema sofferenza fisica non gli permise l`accesso alla “Torretta”, Padre Pio si trasferì nella vicina abitazione del fratello Michele in Via Santa Maria degli Angeli n.44. Una casetta decorosa formata da tre vani, dove Padre Pio visse fino al 17 febbraio 1916.
La stessa casa ospiterà Mary Pyle, figlia spirituale di Padre Pio, dal 1941 al 1943, durante il suo soggiorno a Pietrelcina. Questa dimora, luogo importantissimo dell’itinerario mistico e della vita del giovane Padre Pio, fu testimone di tantissimi fatti soprannaturali al punto che il frate di Pietrelcina, ricordandola, dirà poi: “Se quelle pietre potessero parlare…”.
In questa casa Padre Pio, già debole nel fisico, affrontò durissime lotte con il demonio: lotte spirituali, ma anche scontri fisici, durante i quali il frate dovette subire percosse, sopportare tentazioni e sofferenze. In una lettera a padre Agostino, suo direttore spirituale, Padre Pio confidava: “Quei cosacci non cessano di percuotermi e di sbalzarmi alle volte anche dal letto, giungendo fino a togliermi la camicia e percuotermi in tale stato. Ma oramai non mi fanno quasi più timore. Gesù è sempre amoroso verso di me, giungendo fin anche alle volte ad alzarmi da terra ed adagiarmi sul letto”.
In questo periodo tormentato, Padre Pio ricevette il conforto e l’affetto della sua famiglia; mamma Peppa andava a trovare il Figlio, per portargli la biancheria pulita e ordinare la casa. Spesse volte lo trovava provato e spesso coperto dalle ferite che le lotte con il demonio gli provocavano. Padre Pio la rassicurava: “Mamma non ci pensare. Non ti impressionare per me. C’è la Madonna! Mi ha sempre aiutato e continuerà a farlo”.