Marianna Morante – Il mondo ha escluso Dio – A Pietrelcina c’è un periodo dell’anno caratterizzato da un pullulare di iniziative, come la rassegna canora “Natale sotto l’albero” preparata dall’Azione Cattolica, la recita dei bambini “Dirottate su Betlemme” organizzata dalla Gioventù Francescana, l’esibizione del Coro Gospel diretto dal M° E. Pepe, e poi mostre, concorsi e tante altre manifestazioni che caratterizzano il Natale nel paese di Padre Pio e naturalmente il “Presepe Vivente”, che da 25 anni offre uno spettacolo coinvolgente ed emozionante.
Tutto questo per la particolare sensibilità dei suoi abitanti e dei frati che spronano e si adoperano a rendere fattibili le varie iniziative e per la disponibilità dell’Amministrazione Comunale. Un ambiente sereno ed educativo che fa tesoro degli insegnamenti di Padre Pio, e che cerca di rinnovare, almeno in parte, il suo medesimo e benefico stupore contemplativo, edificante il popolo che organizza e quello che vi partecipa.
L’occasione non poteva essere migliore per invitare ancora una volta a Pietrelcina S. Eminenza Mons. Comastri. Già due anni fa è stato nel paese di Padre Pio per un incontro di formazione tenuto specificatamente per i Frati cappuccini della nostra Provincia religiosa, organizzato dall’allora guardiano fr. Francesco Scaramuzzi.
In questa circostanza lo abbiamo incontrato di nuovo rivolgendogli alcune domande per questa breve intervista:
Siamo agli inizi di un nuovo anno. Le difficoltà economiche sembrano essere l’unica preoccupazione che incombe persino sui rapporti più intimi. La vita di Padre Pio come può essere di esempio in un periodo così colmo di inquietudine e smarrimento per tante famiglie?
Padre Pio è un uomo che ci ricorda l’importanza decisiva di Dio nella vita di ogni uomo. Oggi il mondo ha escluso Dio. Padre Pio era un uomo di Dio. In tante famiglie si avverte l’ateismo presente. Non nel senso che negano Dio ma non fanno più alcun riferimento a Lui. Dio è assente. E quando è assente Dio si spegne l’amore, la fedeltà, la gioia di vivere e soprattutto non si capisce più cos’è che conta e ciò che vale veramente. Molti vanno dietro a tanto luccichio pensando di trovare la felicità. La felicità dipende dal cuore, dal cuore buono, libero dalla cattiveria, libero dal male. Padre Pio era un uomo che aveva una gioia profonda nell’anima perché aveva l’anima piena di Dio.
Come attualizzare questa gioia?
Mi commuove vedere Pietrelcina trasformata in una piccola Betlemme nel periodo natalizio, perché Padre Pio aveva un’ammirazione per il messaggio che ne scaturiva da quella grotta. Un messaggio di bontà che è fortemente attuale. Oggi molti pensano che siano i soldi a renderci felici, il potere a farci diventare grandi, la forza e l’arroganza a vincere. Non è vero. A Betlemme brilla la povertà, l’umiltà e la mitezza che sono la vera segnaletica della pace e della felicità. Se seguissimo gli insegnamenti di Betlemme il mondo diverrebbe una casa meravigliosa e le strade sarebbero piene non di violenza, ma di canti di gioia.
Visitando il Presepe si resta entusiasmati dalle varie scene che colpiscono per i loro costumi, il vociare, la scenografia e poi si arriva alla scena della natività e ci troviamo di fronte una scena ordinaria, dove non c’è nulla di artefatto, molto pacata e con una semplice famiglia. È quella forse che attrae di meno?
Certo, Dio venendo in questo mondo non ha chiesto niente, solo una famiglia, una madre purissima e un uomo giusto, per ricordarci che è nella famiglia che si fa la prima esperienza di Dio. Massimo D’Azeglio diceva: “L’uomo è fatto di una stoffa tale per cui le prime pieghe restano per sempre”. Lei immagini cosa saranno un domani quei ragazzi che non fanno esperienza della famiglia, dell’unità e dell’affetto condiviso. Cresceranno feriti profondamente nell’anima perché sono stati privati della famiglia. Betlemme è un grosso richiamo sull’importanza decisiva della famiglia.
C’è un futuro per la famiglia?
Dipende da noi. Assistiamo sempre più a famiglie smarrite, in disfacimento, separate. È una tragedia, una povertà. Madre Teresa diceva: “Quando crolla una famiglia fa più danni del crollo di un ponte o di un palazzo perché è il luogo in cui cresce e si educa alla vita”. Finiremo per avere tante case piene di cose inutili e saremo infelici.
Cosa si può fare di più inciso per i giovani?
Dobbiamo dar loro la segnaletica della felicità. I giovani di oggi non sono diversi da quelli di una volta. Sono sempre desiderosi, interessati a capire la vita e il suo segreto. Ma noi diamo spesso dei messaggi sbagliati presentando loro le persone di successo come modelli di vita. Non sono certo costoro quelli da imitare ma semmai i santi.
Ma Padre Pio come può essere un modello da imitare?
Ogni santo riscoperto nella bellezza originaria, cioè non come modello da incensare sugli altari, ma nella semplicità di vita e nella sua bontà è un esempio da seguire. La stessa Madonna è una donna attualissima, con il cuore profondamente libero. E i giovani sanno affascinarsi. Il Dio che si ricerca oggi è un Dio vicino all’uomo, partecipe delle sue gioie e dei suoi dolori, che possa dare una risposta ai nostri problemi, specialmente nei momenti più tragici ed enigmatici della vita.
In questa sua visita a Pietrelcina lei ha sostato in preghiera anche davanti la tomba di fra Modestino, questo frate ‘portinaio’ compaesano e amico di Padre Pio. Lei che lo ha conosciuto personalmente può descriverci una sua caratteristica?
Era un uomo semplice, senza orpelli, segnato dall’amicizia con Padre Pio e si vedeva che la sua santità l’aveva contagiato. Ed è bello vedere che sia ritornato qui a Pietrelcina come un omaggio al luogo dove Padre Pio ha fatto la sua prima esperienza di fede e dove ha anche vissuto il suo primo fervore sacerdotale.
Molti tra coloro che hanno conosciuto fra Modestino attribuiscono una particolare sensibilità a questo frate al punto da considerarlo un valido ‘intercessore’.
Certamente gli uomini di Dio hanno, senza dubbio, delle grazie particolari dal Signore. In effetti, quando siamo uniti al Signore tutti noi possiamo fare tanto del bene. Basta pregare intensamente e operare nel senso che Dio ci indica. Le persone sante attirano, affascinano perché ci richiamano ai veri valori della vita. Gli uomini di potere e di spettacolo attirano solo per cinque minuti. Ma non bisogna essere canonizzati per essere necessariamente dei testimoni del Vangelo. Modestino probabilmente non sarà mai riconosciuto tale ma resta pur sempre un uomo di Dio, un uomo dal quale traspariva la presenza di Dio radicata nel suo cuore.
In alto, alcune delle manifestazioni realizzate a Pietrelcina