Una vita con Cristo
Quest’anno sarà un anno ricco di avvenimenti nel ricordo della vita di Padre Pio. 50 anni dalla sua morte, 23 settembre 1968, e 100 anni dalla sua stimmatizzazione permanente, 20 settembre 1918. Una vita segnata dalla sofferenza, con doni non ordinari: ferite d’amore al cuore, stimmate e trasverberazione, segni sostanziali del suo immenso amore verso il Signore.
Tutto deve cominciare dall’amore, quello verso Dio, Sommo Bene. Ma del dolore e della malattia non ne possiamo fare a meno, fanno parte del mistero dell’uomo sulla terra. Quando la sofferenza bussa alla nostra porta, la ‘chiave’ di lettura è costituita dalla Croce di Cristo. Il Verbo incarnato è venuto incontro alla nostra debolezza assumendola su di sé nel mistero della Croce. Da allora ogni sofferenza ha acquistato una possibilità di senso, che la rende singolarmente preziosa. “Da duemila anni, dal giorno della Passione, la Croce brilla come somma manifestazione dell’amore che Iddio ha per noi. Chi sa accoglierla nella sua vita sperimenta come il dolore, illuminato dalla fede, diventi fonte di speranza e di salvezza” (Giovanni Paolo II). Questa è infatti la volontà di Dio che Cristo ha accolto e messo in pratica: amare fino alla fine, accettando anche il calice della passione. In questo modo, però, la passione e morte di Cristo sono diventate segno dell’amore di Dio e la croce da patibolo si è tramutata in strumento di salvezza. San Paolo arriva a scrivere: «Sono lieto nelle sofferenze che sopporto per voi e do compimento a ciò che, dei patimenti di Cristo, manca nella mia carne».
Padre Pio ebbe coscienza d’essere stato scelto da Dio come collaboratore dell’opera redentrice di Cristo. La croce fu la luce che illuminò i passi della sua via dolorosa e la sorgente inesauribile della fortezza, generosità, fedeltà e perseveranza richiesta dalla sua vocazione. “Io non bramo punto di essere alleggerita la croce – scrive Padre Pio – poiché soffrire con Gesù mi è caro; nel contemplare la croce sulle spalle di Gesù mi sento sempre più fortificato ed esulto di santa gioia… Egli si sceglie delle anime e tra queste, contro ogni mio demerito, ha scelto anche la mia per essere aiutato nel grande negozio dell’umana salvezza”. (Pietrelcina 20 settembre 1912). La vita di partecipazione al dolore di Gesù, il quale lo scelse come vittima di amore e di dolore, sono la testimonianza della missione di Padre Pio e della sua vocazione a corredimere l’umanità peccatrice.
Ecco perché abbiamo pensato per la copertina di questo nuovo Calendario 2018 dedicato a Padre Pio di presentarvi un dipinto del pittore Francesco Gentile, efficace immagine del compimento della storia della salvezza. Il passaggio iconografico è significativo sotto due aspetti: da una parte Cristo non si limita a indicare dove dobbiamo rivolgere il nostro sguardo ma ci mostra empaticamente come bisogna amare; dall’altra Padre Pio accettando la croce su di sè diventa testimone attivo, dichiarando allo stesso tempo la “contemporaneità” del sacrificio di Gesù.
«Sapete una cosa?» ci confidò fra Modestino una volta: «Padre Pio fece una promessa. Vincolò il suo Paradiso alla felicità dei suoi figli. “Non entrerò in Paradiso fino a quando non ci sarà entrato l’ultimo dei miei figli spirituali”, disse. E lui, le promesse le manteneva. Sempre». In queste semplici, ma impegnative, parole è racchiuso lo straordinario amore di Padre Pio per tutti i suoi numerosi devoti.
I Frati Cappuccini di Pietrelcina
FRANCESCO GENTILE nasce a Chieti il 7 ottobre 1953. La sua carriera artistica inizia nel 1973 con una intensa attività coronata da meritati successi che gli hanno permesso di collocare le sue opere in eccellenti e qualificate collezioni private e pubbliche. Negli anni ’80 ad un profondo raccoglimento interiore segue l’approdo sul terreno della fede colorata di fresco entusiasmo francescano che si rivelerà particolarmente fecondo nella paesaggistica religiosa di Pietrelcina e nella straordinaria figura di Padre Pio. Per il centenario della nascita del Santo, 1887-1987, realizza una singolare mostra nel suo paese natale, intitolata “Pietrelcina allo specchio”, donando le 36 opere eseguite al Convento dei Frati Cappuccini. Dal 2002 le tele sono esposte permanentemente nel Museo – Ricordi di Padre Pio, in Pietrelcina.