Il Natale di Padre Pio (terza parte)

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Per Padre Pio la festa del Natale andava messa in stretta relazione con quella della Pasqua, perciò anche nella “Meditazione per la festività del Natale” descrive le coordinate essenziali della sua spiritualità: amore e dolore. Seguono, poi, due virtù: slancio apostolico e umiltà, che non possono mancare in un’anima innamorata.

Bisogna avere uno slancio apostolico per portare tutti e tutto al Dio umanato. Scrive Padre Pio: “Oh! Come dovremmo ardere dal desiderio di condurre il mondo tutto a quest’umile grotta, asilo del re dei re, più grande di ogni reggia umana, perché trono e dimora di Dio!” (Ep. IV, 1007-1008). L’altro insegnamento riguarda la virtù dell’umiltà: “Chiediamo a questo divin Bambino di rivestirci di umiltà, perché solo con questa virtù possiamo gustare questo mistero ripieno di divine tenerezze” (ib, 1008). E infine, l’insegnamento della croce: “Il celeste Bambino soffre e vagisce nel presepe, per rendere a noi amabile, meritoria e ricercata la sofferenza” (ib, 1009).

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