Le prime prove della grazia santificatrice, comparse a Pietrelcina, segnavano la strada per “scalare il Calvario” con la guida di un maestro che era lo stesso Gesù. Il Buon Maestro che non ha permesso che altri svolgessero il suo compito.
La vita di partecipazione al dolore di Gesù, il quale lo scelse come vittima di amore e di dolore, sono la testimonianza della missione di Padre Pio e della sua vocazione a corredimere l’umanità peccatrice.
Padre Pio aveva coscienza d’essere stato scelto da Dio come collaboratore dell’opera redentrice di Cristo, anche se in più lettere confessa la sua indegnità, e che questa collaborazione non si sarebbe realizzata che attraverso la croce. La croce fu la luce che illuminò i passi della sua via dolorosa e la sorgente inesauribile della fortezza, generosità, fedeltà e perseveranza richiesta dalla sua vocazione. Egli era persuaso che tutta la sua vita, come quella del Maestro, sarebbe stata un martirio. ( cfr. lettera del giugno 1913 – lettera 130 indirizzata a Padre Benedetto).
Della croce e della sua missione padre Pio scrive “ Io non bramo punto di essere alleggerita la croce, poiché soffrire con Gesù mi è caro; nel contemplare la croce sulle spalle di Gesù mi sento sempre più fortificato ed esulto di santa gioia…. Egli si sceglie delle anime e tra queste, contro ogni mio demerito, ha scelto anche la mia per essere aiutato nel grande negozio dell’umana salvezza “. ( Lettera del 20 settembre 1912 a padre Agostino)