Freddo e gelo… non solo nel clima

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Marianna Morante – Neve e freddo siberiano anche nel paese di Padre Pio – Sono ormai quattro giorni che siamo avvolti da una coltre bianca che ha ammantato di fiocchi nevosi tutta Pietrelcina creando un ambiente suggestivo e anomalo per una zona notoriamente a clima temperato, trovandosi appena a 300 metri di altitudine. 

 

 

 

La neve, abbastanza rara da essere talvolta attesa e desiderata, è uno dei fenomeni atmosferici più amato, specialmente dai bambini. Viceversa è anche temuta e detestata per i danni e le numerose difficoltà che arreca soprattutto agli anziani. Tanti sono impegnati in queste ore a prestare assistenza e soccorso ai cittadini in difficoltà a causa della copiosa nevicata. Tra i numerosi interventi c’è da segnalare quello dei Carabinieri della stazioni di Pietrelcina che ha permesso a una donna, residente in una zona isolata, di essere trasportata presso l’ospedale di Benevento per essere sottoposta a dialisi.

In generale però tutti i fenomeni atmosferici, quando non sono catastrofici, interrompono la monotonia del vivere quotidiano, nel quale non c’è posto per la natura, ma solo eventualmente per un parco cittadino con quattro anatre infelici in un laghetto sporcato dall’inciviltà del prossimo. Possiamo parafrasare il famoso passo del Vangelo dicendo che “non di solo cemento vivrà l’uomo” e la neve e il gelo di questi giorni ci ricordano che non viviamo sotto una campana di vetro.

Anche con questo clima, in cui pare proprio che l’asprezza del freddo paralizzi ogni attività, è possibile cogliere la Bellezza del Creato attraverso le cose più semplici ed umili.

Pietrelcina si presenta così al pellegrino che viene a visitare questi luoghi. La neve rende il paesaggio di un fascino folgorante con i giochi di luce creati dai raggi del sole o, di sera, dal chiarore dei lampioni; distese di terreno ricoperte di bianco, alberi coi rami innevati, cespugli che si piegano sotto il lieve peso della neve; le case decorate come nelle cartoline natalizie.

È bello camminare sulla neve, sentirla scricchiolare sotto le scarpe, osservare le impronte, avvertire l’atmosfera ovattata intorno e il silenzio surreale. Persino il monumento di Padre Pio sembra adattarsi alla situazione trasformando il dono del seminarista in una pallottola di neve che il santo frate accoglie con il suo solito sorriso. Tutto è poetico, favoloso e in un certo senso ideale. Ma non dobbiamo fermarci solo alla scenografia che incornicia la nostra vita.

Tutto ciò può essere un facile monito che ci rammenta quello che più attanaglia l’umanità: il freddo dell’egoismo, il gelo dell’indifferenza, il ghiaccio dell’odio. Il mondo non può rimanere fermo, raggelato di fronte a questi sentimenti, ma deve essere mosso dall’Amore, quell’Amore «che conforta i sofferenti, che guarisce gli ammalati, che santifica il lavoro, che dona la forza morale e la cristiana rassegnazione alla umana sofferenza, che spande il sorriso e la benedizione di Dio su ogni languore e debolezza». È quanto dice Padre Pio preoccupato più dall’inverno dell’anima che dal rigore atmosferico.

Vi sono dei momenti nei quali ci si domanda come sarà possibile andare avanti, continuare a reggere la pressione congiunta delle preoccupazioni e dell’angoscia, nei quali l’anima si sente come stretta in una morsa polare e di vuoto, ovunque volga il suo sguardo; da nessuna parte un accenno di calore, di primavera.

Non è, di per sé, un fattore negativo, se non come la fiamma che forgia il metallo e lo rende più forte, più resistente. Ce lo confermano le vite dei grandi santi: anch’essi hanno conosciuto il momento della prova, della stanchezza, della ribellione; e solo per mezzo della «porta stretta» sono riusciti a penetrare nei giardini fioriti di Dio. La loro pace hanno dovuto riscattarla a carissimo prezzo. Nulla è stato dato loro gratuitamente: anzi, hanno pagato ogni cosa dieci volte più del suo valore. Tuttavia, a un certo punto, hanno deciso di compiere un supremo atto di umiltà e si sono abbandonati. Quella è stata la loro grandezza: abbandonarsi nelle braccia di Dio, in un atto di estrema e consapevole fiducia.

«Rammentati – scriverà Padre Pio a un suo confratello – che quanto più rigido sarà l’inverno, tanto più bella è la primavera, piena di fiori» (Ep.IV, 445).

I nostri dolori, le nostre aspettative deluse, il nostro ego non capito se si tramutano in amore per gli altri diventerà la spinta che farà muovere la ‘caldaia’ del nostro cuore.

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In alto, alcuni scatti fotografici di Pietrelcina innevata

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