Il Cardinale Semeraro, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, sarà a Pietrelcina per i festeggiamenti dell’anniversario della nascita di Padre Pio.
Lo ha annunciato il superiore del convento di Pietrelcina, fr. Fortunato Grottola, rendendo noto il programma per i festeggiamenti del 135esimo anno della nascita e del battesimo del Santo. Una presenza che rende ancora più solenne la giornata celebrativa in continuità con la commemorazione per il ventennale della canonizzazione di Padre Pio,aperta ufficialmente lo scorso giugno a San Giovanni Rotondo proprio dal Cardinale Semeraro e che si concluderà il prossimo 16 giugno. Era il 2002, quando Piazza San Pietro, via della Conciliazione e gli spazi antistanti Castel sant’Angelo, gremiti da oltre trecentomila fedeli provenienti da tutto il mondo si trasformarono in pochi minuti in una cattedrale a cielo aperto, per la canonizzazione dell’umile frate di Pietrelcina. Nell’omelia, San Giovanni Paolo II mise in rilievo come la vita e la missione di Padre Pio testimonino che “difficoltà e dolori, se accettati per amore, si trasformano in un cammino privilegiato di santità, che apre verso prospettive di un bene più grande, noto soltanto al Signore”. “Preghiera e carità”, i due capisaldi dell’insegnamento del frate cappuccino che, come ricordò, si espressero da una parte nei “Gruppi di Preghiera” da lui fondati, e dall’altra nell’intensa attività caritativa di cui è espressione la “Casa Sollievo della Sofferenza”. E il Cardinale Semeraro, riprendendo il pensiero del Pontefice ha sottolineato, nell’omelia della Messa per il ventennale, che «quando Padre Pio si trovava di fronte a persone che sostenevano di non credere in Dio, non chiudeva la porta del confessionale, ma ripeteva sempre: “Dio ha fede in te”. In questa fiducia in Dio egli era cresciuto sin da piccolo e questa fede lo ha sempre sostenuto, tra circostanze avverse e insidie diaboliche. Imparò così che l’amore vale ogni pena e che “sotto la croce si impara ad amare”».
«Va’ in pace e alzati: sono due verbi che per tutti noi diventano un simbolo» ha continuato Semeraro commentando il Vangelo della liturgia, «quanta gente è venuta qui e ha sentito ripetere da Padre Pio parole simili a queste, specialmente al termine di una confessione sacramentale. Questi, però, sono misteri che avvengono nel cuore e sono eventi di grazia che è possibile percepire solo in ragione della testimonianza di una vita nuova. Ma sono sempre i segreti nuziali tra Gesù e l’anima. La guarigione, invece, il sollievo del corpo sono cose visibili e percepibili. Una volta, guardando un paralitico, Gesù disse: “perché sappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere di perdonare i peccati sulla terra, dico a te: àlzati, prendi la tua barella e va’ a casa tua”. È un po’ così che ha fatto Padre Pio quando volle erigere una casa di cura, un ospedale chiamato Casa Sollievo della Sofferenza. Padre Pio sapeva che non sempre la sofferenza può essere eliminata con la guarigione; era, però, convinto, che sempre la sofferenza può essere curata con l’amore».
Semeraro ha concluso la sua riflessione con un riferimento agli ultimi gesti del santo stigmatizzato:
«La carità di san Pio da Pietrelcina fu pure offerta costante per il Papa e per la Chiesa e questo malgrado le sofferenze patite a motivo del comportamento di alcuni ecclesiastici, anche all’interno della sua famiglia religiosa. Pochi giorni prima di morire, il 12 settembre 1968, egli scrisse una lettera a Paolo VI per manifestargli l’amore di un “semplice figlio della Chiesa”. Due mesi prima il Papa aveva pubblicato l’enciclica Humanae vitae e questo gli aveva provocato dure critiche. Padre Pio, invece, lo ringraziava “per la parola chiara e decisa” del suo Magistero. E sarà proprio Paolo VI, ora anch’egli elevato all’onore degli altari, a lasciarci uno degli elogi più belli di Padre Pio. Lo fece quasi riecheggiando Gesù, che riguardo al Battista domandava alle folle: “Che cosa siete andati a vedere nel deserto?”. Disse: “Guardate che fama ha avuto. Ma perché? Forse perché era un filosofo, perché era un sapiente, perché aveva mezzi a sua disposizione? No, ma perché diceva la Messa umilmente, confessava dal mattino alla sera ed era – difficile a dire – rappresentante di Nostro Signore, stampato dalle sue stimmate. Un uomo di preghiera e di sofferenza”».
E ripercorrendo le orme di Padre Pio, quest’anno, il giorno 26, ricorrenza del suo battesimo, si terrà per la prima volta a Pietrelcina il raduno regionale dei Gruppi di Preghiera della Campania con la solenne Eucaristia presieduta del Ministro Provinciale, fr. Maurizio Placentino. Una giornata di preghiera e riflessione animata da fr. Luciano Lotti, Segretario Generale dei Gruppi e da fr. Daniele Moffa assistente regionale.
Il “ricorso alla preghiera”, la fiducia nell’intercessione dei Santi, l’esperienza di pregare insieme, sono valori quanto mai indispensabili in questi momenti così tristi e delicati per tutta la società.